giovedì 14 novembre 2024

Lo spazio giuridico della povertà. Un itinerario di fine Ottocento tra Italia e Argentina (14 novembre 2024)

ll quarto e ultimo appuntamento del ciclo di seminari si è tenuto ha visto come ospite il prof. Francesco Rotondo, Associato di Storia del diritto medievale e moderno (Unità di ricerca Federico II di Napoli), il 14 novembre 2024 presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università del Salento. A introdurre i lavori, il prof. Luigi Nuzzo, Ordinario di Storia del diritto medievale e moderno, Unità locale. L’incontro ha affrontato il tema della costruzione dello spazio giuridico e della povertà tra Italia e Argentina nell’Ottocento. L’immigrazione italiana in Argentina rappresentò uno dei più significativi fenomeni migratori di quel secolo, legato alle condizioni di povertà diffusa in Italia e alla ricerca di migliori opportunità economiche. Gli italiani, attratti dalle politiche migratorie favorevoli e dalle promesse di lavoro nelle campagne e nelle città, contribuirono profondamente alla trasformazione socio-culturale dell’Argentina. Questo processo si intrecciò con lo sviluppo della Costituzione argentina del 1853, che favoriva l’immigrazione come strumento per modernizzare il Paese e popolarsi di lavoratori europei, considerati fondamentali per il progresso economico e civile. Nel contesto dell’immigrazione italiana in Argentina dell’Ottocento, il tema dell’abitare assume una rilevanza centrale, poiché rappresenta il punto di incontro tra necessità materiali, integrazione culturale e identità sociale.

Gli immigrati italiani, spesso provenienti da situazioni di estrema povertà, si trovarono a dover ricostruire le loro vite in un Paese nuovo, iniziando dall’accesso a un’abitazione. Inizialmente, molti si stabilirono in alloggi precari, come i conventillos (edifici multipli a basso costo, spesso sovraffollati e insalubri), situati nei centri urbani come Buenos Aires e Rosario. Questi spazi abitativi divennero luoghi di coabitazione multiculturale, dove si mescolavano tradizioni italiane e locali, dando origine a una forma di abitare comunitario basata su solidarietà e condivisione, ma anche su tensioni e conflitti. Il discorso dell’abitare, quindi, si colloca come una chiave per comprendere il processo di adattamento e mimetismo culturale degli italiani in Argentina. Le abitazioni non erano solo spazi fisici, ma anche luoghi di negoziazione identitaria, dove si cercava di conciliare la memoria delle origini con le esigenze di integrazione in un contesto socio-culturale diverso. Grazie ancora al prof. Rotondo per il suo contributo, al prof. Nuzzo per aver introdotto e moderato i lavori, e a tutti i partecipanti che hanno animato il dibattito.





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